Vocette stridule

Stamattina mentre mi vestivo e tenevo aperta la finestra per il caldo – ho sentito una vocetta stridula. Non distinguevo bene le parole – e del resto forse non erano importanti – anzi di sicuro non lo erano. Più del contenuto , ho notato la forma – una vera e propria esplosione di scontento, che constatava come la realtà fosse diversa da quella desiderata.

Chissà da quanto tempo covava, quell’esplosione. In genere, manifestazioni di questo tipo rappresentano. lo sfogo di un accumulo di energia, in questo caso, purtroppo, energia limitante. Lo sfogo non cambia alcunché, non rende più vitale la situazione per nessuno. Anzi, in molti casi la rende molto più oppressiva.

Ora, domandiamoci: quante vocette stridule si aggirano nella nostra testa? Moltissime. Ogni giorno, tutto il giorno, qualcosa dentro di noi si sfoga sui soggetti più svariati. Giudizi che si succedono continuamente ad altri giudizi. Piccolo particolare: questi giudizi raramente sono adeguati. Cioè, spesso finiamo per giudicare in modo sbagliato. ù

Questo perché la vocetta stridula ci coinvolge, proprio per il fatto di essere stridula e insistente. Se non siamo presenti a noi stessi, finiamo per pensare che quello ci dice sia anche quello che pensiamo. Tendiamo quindi ad agire sulla base di questa scimmietta petulante, in base a giudizi quantomeno incompleti… e così spesso facciamo delle colossali cazzate. Che a loro volta danno luogo ad altre vocette stridule.

Il rimedio? Cominciare a notare queste vocette stridule quando arrivano, e dirsi “ok, questo è un giudizio affrettato”. Possiamo anche ascoltarla, perché no, ma smettiamo di considerarla un pensiero nostro. Un po’ alla volta, le vocette diventeranno meno stridule, meno fastidiose, e ne guadagneremo molto in qualità della vita, conservando energie per obiettivi dal carattere più costruttivo.

Faccia al muro

Esiste un tipo di meditazione che consiste semplicemente nello stare seduti. Sembra semplice ma – fidatevi – non lo è per niente. Dopo un tot di tempo viene immancabilmente voglia di muoversi. Se siete come me, per esempio, sentirete l’esigenza di andare in bagno, o a prendervi un bel bicchierone d’acqua.

Un caso particolare di questo tipo di meditazione, poi, prevede di stare non solo fermi a sedere, ma di farlo di fronte a un muro. Naturalmente, lo scopo è quello di distrarsi il meno possibile durante la meditazione, dal momento che non si ha niente da guardare che possa in qualche modo distoglierci. Insomma, un bel muro, preferibilmente bianco, è quanto di più simile al nulla si possa trovare sulla faccia della Terra.

C’è chi ha praticato questa particolare meditazione per la bellezza di dieci anni. Lode a lui che c’è riuscito. Magari un giorno ci proverò anch’io. Nell’attesa, vi rendo partecipi della mia esperienza, un po’ più circoscritta, di qualche minuto alla volta, rubato alla ruota del criceto, che include anche momenti in cui il muro me lo sono semplicemente immaginato, non avendolo a disposizione in quel preciso istante.

Dunque, dopo una ventina di giorni in cui ho rubacchiato qua e là delle fettine di tempo, vi posso già dire che qualche risultato l’ho ottenuto. Il solo fatto di interrompere il flusso dei pensieri che ci si aggroviglia continuamente nella testa porta a un recupero di energie non indifferente.

Energie che peraltro, non vengono più risucchiate dal marasma delle minuzie quotidiane. ma restano a disposizione per una visione più ampia del mondo e del nostro scopo nella vita. Insomma, per lo sviluppo della nostra spiritualità.

Azioni… atomiche

Premessa: naturalmente non stiamo parlando dell’accezione dell’aggettivo “atomico” come sinonimo di “esplosivo” o “nucleare”, bensì dell’accezione che rende “atomico” sinonimo di “elementare”. Come ormai sa chi magari mi segue da diverso tempo sono un convinto fan della politica dei piccoli passi, e non a caso ho dato a questo blog il titolo Fai un passo avanti.

In effetti, spesso non iniziamo qualcosa perché ci sentiamo sopraffatti. Prendiamo in considerazione un obiettivo, magari anche importante per noi, ma per qualche motivo lo percepiamo come troppo grande, e rinunciamo all’idea. Ci dimentichiamo spesso che ogni progetto complesso può essere suddiviso in parti più semplici.

Questo un po’ per pigrizia, un po’ perché rinunciare ci toglie il “peso” della repons-abilità, rendendoci più facile pensare che se siamo infelici è “colpa del mondo”. Ovvero, di forze esterne a noi che non siamo in grado di controllare.

Così ci mettiamo belli comodi e ci godiamo la nostra vita che va un po’ a casaccio, e un po’ come vogliono gli altri. Perché, possiamo contarci: se noi non abbiamo un progetto nostro, finiremo quasi certamente dentro al progetto di qualcun altro.

Molto cambia se invece decidiamo di lavorare respons-abilmente al progetto della nostra vita, dividendo l’obiettivo in passi sempre più piccoli fino a trovare qualcosa che possiamo realizzare subito o a breve termine. Allora ci sentiamo motivati e carichi di energia, disposti a fare ciò che abbiamo deciso che è necessario.

Beh, ripensandoci, alla fine non è così sballato dire che le azioni “atomiche” sono anche “esplosive”, nel senso di “dirompenti”. Ci aiutano ad uscire dalla ruota del criceto, a prendere le distanze dalla situazione attuale e a valutare se quella situazione fa ancora per noi oppure è il caso di rivedere la nostra routine.

Quanti soldi servono per investire?

Naturalmente, nelle righe che seguono parlerò delle mie esperienze personalissime, come sempre faccio quando tratto l’argomento investimenti.

Per investire non occorrono grandi cifre. Basta che siano soldi che non vi servono nel breve termine, tipo per mangiare o per le spese correnti. Questo per un motivo molto semplice: dobbiamo usare il tempo come nostro alleato. Ovvero: uscire dalle posizioni quando sono in positivo e non prima.

E’ evidente infatti che se i soldi ci servono con urgenza ci potremmo trovare ad uscire da una posizione quando siamo in perdita. In pratica, a svendere il nostro investimento. E’ quello che càpita a molti, che poi vanno a dire in giro che “a investire si perdono soldi”.

Tutto questo è un corollario di un atteggiamento secondo il quale “con gli investimenti si diventa ricchi alla svelta”. A parte il fatto che bisognerebbe capirsi bene sul significato del termine “ricco“. Come nell’articolo che vi ho linkato, è ricco chi sa governare. Sa governare che cosa? Essenzialmente, il proprio tempo, il proprio spazio e soprattutto le proprie risorse.

Nel caso specifico, cioè per iniziare ad investire, può bastare veramente uno spostamento minimale rispetto alle proprie abitudini. Se partite da zero, potete anche iniziare dal più classico dei barattoli del risparmio, che sia fisico o (adesso è possibile anche questo) virtuale.

Quali soldi vanno messi nel barattolo? Qui possiamo dire che esiste una risposta differente per ciascuno di noi. Qualcuno a questo punto potrà dire: “ma dove li trovo i soldi per investire proprio io che tra un po’ non arrivo nemmeno a fine mese/non ho un lavoro?”

Qui entra in gioco la creatività. Vi lancio una sfida: siete capaci di avanzare un euro al giorno? Ebbene, fanno 365 euro l’anno. 30 euro circa al mese, che potete usare per iniziare i vostri investimenti. Lo so che possono sembrare cifre irrisorie, ma vi garantisco che non lo sono affatto.

Quello che conta, comunque, è che il barattolo, fisico o virtuale che sia, rappresenta un punto di partenza. La decisione di prendere in mano la vostra situazione economica, e di cominciare a comprendere come funzionano gli investimenti. Insomma, di iniziare a sviluppare la vostra intelligenza finanziaria.