Questa citazione è tratta da La serpe crocifissa di Mario Oberon, testo che ho trovato particolarmente chiaro riguardo al tema dell’alchimia, che poi viene presentata come antenata dello sviluppo personale, in quanto ci parla della nostra possibilità di cavalcare il tumulto del mondo distaccandosene quel tanto che basta per schiarirci la mente e capire che cosa vogliamo davvero. Un vantaggio non da poco.
Qui, in particolare, vorrei concentrarmi su qualche considerazione circa la qualità del distacco che è utile e vitale mantenere rispetto al mondo. Distacco che, è bene precisarlo subito, non occorre che sia totale. Prima di tutto, perché un distacco totale dal mondo è impossibile finché siamo in un corpo umano. In secondo luogo perché non è neanche una buona idea, dal momento che siamo qui per fare esperienze.
Da qui nasce la distinzione tra indifferenza e neutralità. Possiamo dire in prima approssimazione che l’indifferenza è piatta, mentre la neutralità ha uno spessore. Essere indifferenti significa in buona sostanza che di quello che ci accade intorno non ce ne può importare di meno. Quasi un sinonimo di menefreghismo.
Diversamente, la neutralità ci consente di rimanere a contatto con il mondo fisico senza però esserne abbagliati o troppo coinvolti. Insomma, di utilizzare al meglio le esperienze che facciamo in funzione della nostra crescita personale e – soprattutto – spirituale.