L’effetto Palla di Neve

Vivendo in Valle d’Aosta ormai da un po’, sto cominciando a prendere confidenza con l’elemento neve. Per la verità ci guardiamo ancora un po’ in cagnesco, ma sicuramente il dialogo è iniziato e promette bene.

A parte questo, la neve mi ispira una metafora che secondo me è interessante dal punto di vista della crescita personale. Abbiamo presenta come si forma una palla di neve. Inizia con pochi fiocchi, ma rotolando ingrossa sempre di più. Potenzialmente, può diventare una vera e propria valanga.

Così,anche piccoli passi, piccolissimi se vogliamo, possono portarci molto lontano. Del resto, la situazione che stiamo vivendo non è altro che il risultato delle “palle di neve” che abbiamo messo in azione in passato.

Ne deriva che se facciamo partire delle palle di neve nuove di zecca, anche piccolissime, conviene farne partire di positive. Cominciamo a prendere il controllo dei nostri pensieri, scartiamo quelli che ci limitano e concentriamoci su quelli che ci aiutano a stare bene con noi stessi e con gli altri. All’inizio sembrerà che non succeda niente. Ma più passa il tempo, più la palla di neve si ingrossa, e a un certo punto la valanga abbatterà le baracche dove abitano i nostri pensieri negativi.

 

Elogio dell’imperfezione

Secondo la mia esperienza il perfezionismo fa più danni della grandine. Il perfezionismo è la tendenza a pretendere che tutto sia “perfetto”, ovvero, dal momento che una perfezione assoluta non esiste, che tutto sia come vogliamo noi. In pratica, come afferma Roberto Re in Smettila di incasinarti, ci diamo una sola possibilità di essere felici, contro molte di non esserlo.

Non solo. Se non accettiamo di esporci alla possibilità di sbagliare, non potremo neanche imparare alcunché. Quindi non potremo mai evolverci. E fosse solo questo. Non accettando di esporci, non eserciteremo i nostri muscoli proattivi. E cosa succede a un muscolo se non viene esercitato? Esatto, si affloscia. Quindi, meno facciamo cose che ci sembrano scomode, più ci rinchiudiamo nel nostro guscio.

Allora, forse è meglio accettare il fatto che non sempre le cose possono essere perfette, ed anzi è un bene che non lo siano, perché in questo modo ci spingono ad imparare qualcosa, a fare esperienza.