Prendi sempre il meglio

Discriminare è il compito principale della nostra mente. Non potendo utilizzare tutti i dati che ci arrivano, che sono milioni di milioni, il nostro cervello ne sceglie alcuni, quelli che ritiene i più significativi. Si tratta in genere di un processo automatico, e spesso è proprio questo il problema. Per diversi motivi, infatti, vengono scelti i dati che ci terrorizzano di più.

In sé, non è un fatto negativo. La nostra mente cerca di prevenire potenziali pericoli, e può essere interessante prendere in considerazione anche questo tipo di scenari. Quello che conta è (a) evitare di identificarci con questi scenari immaginati e anzi (b) usare queste immaginazioni per capire quale potrebbe essere una reazione costruttiva nel caso che effettivamente si realizzassero.

A parte questo, un atteggiamento interessante da sviluppare è quello di prendere sempre il meglio da ogni situazione. Come dice il saggio: o vinci o impari. Quando arriva il successo, ottimo: godiamocelo e celebriamolo come si deve. Quando invece le cose vanno diversamente da come vorremmo, anziché sentirci vittime “del mondo”, cerchiamo di scoprire quali sono le lezioni nascoste dietro questa esperienza che troviamo così sgradevole.

Il peso della cultura

Ho trovato questa foto su Internet, e subito qualcosa ha risuonato dentro di me. Delle tante leve con cui ci troviamo ad aver a che fare durante la nostra vita, la cultura, o per essere precisi la conoscenza, è sicuramente una delle più importanti.

Questo da sempre, ma in particolare in un tempo come il nostro, estremamente articolato e complesso e soprattutto in cui, per motivi che qui non staremo ad indagare, la tendenza sembra essere quella di tenere la gente in uno stato di paura, confusione e ignoranza.

Coloro che invece si prendono la respons-abilità di costruirsi un baluardo fatto di cultura, distacco e riflessione escono da questa specie di cerchio magico e cominciano a pensare alle soluzioni piuttosto che ai problemi. Vivono nel mondo, spesso anche in modo molto operativo, ma non sono del mondo. Un risultato non da poco.

Così, la ragazzina seminascosta da una pila di libri più alta di lei rappresenta la voglia di approfondire, di penetrare le cose. Una curiosità che, una volta attivata, non si ferma più. Diventa una specie di valanga che aumenta a dismisura il livello della nostra vibrazione, fino a farci vedere il mondo non solo come è ma, cosa molto più importante, come potrebbe essere.

Precisiamo che ho una certa simpatia anche per il ragazzone sull’altro lato della bilancia. Un po’ perché somiglia a me quando avevo la sua età, un po’ perché nella scultura si è distolto dal videogame e guarda la ragazzina con curiosità. Probabilmente qualcosa ha risuonato dentro di lui. Magari l’imnata voglia dell’essere umano di capire e imparare, che si prepara a sbocciare superando la programmazione sociale. 😊

La Nuvola bianca, la Nuvola nera…

L’ammucchiata dei problemi a volte si fa così spessa e intricata che possiamo immaginarla come un nuvolone, un enorme cirronembo nero nero che occupa il cielo della nostra mente.

Le nostre energie, in presenza della Nuvola Nera, vengono dissipate da pre-occupazioni, totalmente inutili in quanto non ci si può pre-occupare di qualcosa, ma solo occuparsene. Come diceva Qualcuno: se c’è soluzione, perché ti preoccupi? Se non c’è soluzione, perché ti preoccupi?

La Nuvola Bianca ha un carattere completamente diverso. Tanto per cominciare, essendo appunto bianca, è luminosa, irradia luce. Questo stesso fatto tende a spazzare via molte vibrazioni della Nuvola Nera. Magari non tutte, ma una parte sufficiente a far sì che il nostro spirito recuperi abbastanza energie da ripartire.

“D’accordo – ci diciamo – i problemi sono tanti, ma possiamo scegliere quelli più semplici e cominciare a gestirli. E poi dividere i problemi complessi in problemi semplici. Un passo alla volta, possiamo farcela.

Le seccature ci salveranno?

Molta della nostra frustrazione deriva dal fatto che il mondo non è perfetto, e di conseguenza spesso “le cose” vanno “male”, cioè diversamente da come ci piacerebbe che andassero. Molti dei nostri sforzi non raggiungono l’obiettivo, o quanto meno l’obiettivo che ci eravamo prefissi.

Il Principio di Pareto è ineludibile: l’80% dei nostri risultati deriva dal 20% delle azioni che mettiamo in opera. Ne deriva che più azioni mettiamo in campo, più ci avviciniamo al nostro obiettivo, anche se a momenti sembra di vagare nella nebbia, perché i pezzi del puzzle ci sono, ma sono ancora scompagnati.

Quando si ha questa impressione di “vagare nella nebbia” ci pare che la vita sia fatta di seccature, ovvero di aspetti e avvenimenti che non incontrano il nostro gusto. Il piccolo problema è che più facciamo resistenza a quelle che chiamiamo “seccature”, più queste hanno la strana tendenza ad aumentare di dimensione e di numero.

Eh già, perché questi avvenimenti hanno una funzione ben precisa, quella di servirci come esperienze di apprendimento. Ovvero, sono lì per insegnarci qualcosa. E il bello è che finché quel qualcosa non lo avremo imparato, tenderemo a ritrovarci ripetutamente “seccature” dello stesso tipo.

Se invece accetteremo di “amare” le seccature, cioè di imparare qualcosa da esse, succederà qualcosa di molto interessante. Diventeremo più abili a gestirle, e in generale a gestire la nostra vita. Ci sentiremo molto più sicuri del fatto nostro… e pronti a gestire seccature più complesse, che a loro volta ci insegneranno qualcosa di ancora più interessante.