Discriminare è il compito principale della nostra mente. Non potendo utilizzare tutti i dati che ci arrivano, che sono milioni di milioni, il nostro cervello ne sceglie alcuni, quelli che ritiene i più significativi. Si tratta in genere di un processo automatico, e spesso è proprio questo il problema. Per diversi motivi, infatti, vengono scelti i dati che ci terrorizzano di più.
In sé, non è un fatto negativo. La nostra mente cerca di prevenire potenziali pericoli, e può essere interessante prendere in considerazione anche questo tipo di scenari. Quello che conta è (a) evitare di identificarci con questi scenari immaginati e anzi (b) usare queste immaginazioni per capire quale potrebbe essere una reazione costruttiva nel caso che effettivamente si realizzassero.
A parte questo, un atteggiamento interessante da sviluppare è quello di prendere sempre il meglio da ogni situazione. Come dice il saggio: o vinci o impari. Quando arriva il successo, ottimo: godiamocelo e celebriamolo come si deve. Quando invece le cose vanno diversamente da come vorremmo, anziché sentirci vittime “del mondo”, cerchiamo di scoprire quali sono le lezioni nascoste dietro questa esperienza che troviamo così sgradevole.