I periodi (cosiddetti) “difficili”

A volte colgo una sottile ironia della vita. A molti (me compreso) capita di essere ottimista quando le cose vanno “bene” (cioè, come voglio io) e pessimista quando vanno “male” (cioè, diversamente da come voglio io). Ora, faccio questa riflessione: a cosa diamine ci serve essere ottimisti se va tutto come vogliamo noi? Viceversa, a cosa serve stare male se abbiamo dei problemi?

Da quando ho cominciato a interessarmi di reality transurfing ho visto confermata un’idea che già stavo coccolando da tempo: non conta tanto quello che ci succede, ma conta moltissimo come reagiamo. Di più: il “tono” dei nostri pensieri

Se vogliamo creare una realtà diversa, più appagante, serve a poco continuare a pensare a quello che ci succede intorno. Vi dirò di più.  Quando attraversiamo dei periodi cosiddetti “difficili”, generalmente impariamo qualcosa su noi stessi. Possiamo anche avere l’occasione di apprendere come risolvere problemi.

Sono infatti sempre più convinto che saper risolvere problemi sia più importante che avere sicurezze. Anche perché sembra non esistere niente di simile a una sicurezza. Tutto quello che costruiamo può essere distrutto da un momento all’altro.

Possiamo trovarci senza soldi, senza amore, senza salute. Ma se sappiamo come li abbiamo “costruiti” una volta, possiamo rimetterli in piedi infinite volte.  Questo accade quando approfittiamo dei periodi (cosiddetti) difficili per apprendere soluzioni nuove.

Il muscolo dell’amore

No, fermi lì. Nonostante il titolo, qui non si parla di sesso. O meglio, magari il concetto che vado ad esprimere nelle righe seguenti può essere d’aiuto anche in quel senso, ma principalmente voglio parlare di un’interessante scoperta che ho fatto.

Lo spunto me l’ha dato un articolo di Leo Babauta, dove il coach parla proprio di esercitare questo muscolo dell’amore. Come si fa a trovarlo? Babauta suggerisce di pensare alla persona che amiamo di più. Sicuramente in noi nasceranno sentimenti amorevoli. Dove si collocano nel nostro corpo?  Dove li “sentiamo” fisicamente?

Quel punto del nostro corpo è ciò che possiamo chiamare il nostro “muscolo dell’amore“. Babauta suggerisce di esercitarlo tutti i giorni, attivandolo nei confronti di qualcuno che magari non amiamo particolarmente, oppure di aspetti della nostra vita che magari non ci fanno esattamente i salti di gioia.

Ci ho provato, e devo dire che i risultati sono stati notevoli. Molte faccende che sembravano complicatissime hanno cominciato a semplificarsi. Ma sopratutto, ho sperimentato una chiarezza di intenti  e di obiettivi molto superiore rispetto alla media.

Tanto per cominciare, ho trovato l’ispirazione per l’articolo che state leggendo.

Network Marketing: importanza degli incontri

incontro

Spesso capita che le prime linee fresche di sponsorizzazione ti chiedano: “ma come mai vai sempre all’Open?”. La sottodomanda è: ma non basta andarci una volta?

La risposta che io do in genere è che gli incontri sono fondamentali. Questo per una serie di motivi:

  1. Dobbiamo formarci sia sui prodotti che sul piano di marketing. Certo, ci sono gli audio e i video. All’Open tuttavia abbiamo sempre informazioni aggiornate sui nuovi prodotti, sulle offerte e così via. Potremmo anche andare sui sito dell’azienda per questo, ma avere a disposizione i leader per eventuali domande veloci è sempre una buona cosa.
  2. Il sistema degli incontri, dall’Open settimanale al Seminario ogni trimestre, serve come acceleratore per la nostra attività. Specialmente quando la facciamo associandola a un altro lavoro, non abbiamo molto tempo per fare piani marketing a una persona alla volta. Molto meglio portare più persone all’Open, dove un leader esperto presenterà loro l’attività. Poi, per ciascuno massima libertà di decidere.
  3. Andare agli incontri significa fare gruppo, creare l’energia giusta perché la nostra attività proceda. Quando andiamo all’Open, e ancora di più al Seminario, vediamo il sistema all’opera, e acquisiamo maggiore consapevolezza di come funziona il nostro business. Senza contare che ci motiviamo a vicenda, il che fa partire un circolo virtuoso. Torniamo a casa più carichi, e con questa maggiore energia tendiamo ad ottenere risultati sempre maggiori.

Migliorare la qualità dei nostri pensieri

quality-assurance

Mi capita a volte di pensare che non sto andando da nessuna parte, o magari addirittura di convincermi che sto andando dalla parte sbagliata. Il punto è che la situazione in cui mi trovo è generata dalle mie scelte, e le mie scelte nascono a loro volta dai miei pensieri.

Quindi, è importante che io stia molto, molto attento alla qualità dei miei pensieri. All’inizio mi sembrava paradossale, ma ne sono sempre più convinto: più è complicata la situazione in cui mi trovo, più è importante che la qualità dei miei pensieri sia la migliore possibile.

Ho scritto volutamente “la migliore possibile”, perchè spesso ho lasciato perdere a causa del mio innato perfezionismo.

Infatti, molto spesso mi sono fatto trasportare dalla tendenza al pessimismo perchè fondamentalmente la trovo più comoda. Se penso che comunque tutto andrà nel peggiore dei modi possibile, ecco che sono sollevato dalla mia respons-abilità, dalla mia capacità di rispondere in modo costruttivo a quello che mi succede.

In sostanza, mi sto convincendo sempre di più di due cose:

Migliorare la qualità dei pensieri non dipende dai risultati, anzi è la base per ottenerli in futuro. A cosa serve l’ottimismo quando tutto va bene? Dobbiamo essere capaci di aver fede soprattutto quando le cose vanno “male” (cioè, diversamente da come vogliamo noi).

Migliorare la qualità dei nostri pensieri è un’abitudine che può essere acquisita. Esattamente come si fa in palestra, possiamo cominciare con pesi piccolissimi per passare poi a pesi sempre più corposi. Fino a diventare dei veri campioni.