Dissolvere il malumore

Uno dei modi di uscire dalla disperazione e dal “disaggio periferigo” è dissolvere il malumore. Ovvero, quella sottile – o non tanto sottile – sensazione di risentimento di quello che siamo abituati a chiamare “il mondo”.

Togliamo subito un blocco alla dissoluzione del malumore: la tendenza al perfezionismo, caratteristico della nostra epoca. Cerchiamo degli interruttori, delle pillole. Qualcosa che funzioni immediatamente e in modo completo e definitivo. Insomma, tutto e subito.

Il punto è che raramente o mai le cose funzionano in questo modo. Ogni cambiamento presuppone un percorso, graduale. Se voglio farmi i bicipiti in palestra, non mi verranno dall’oggi al domani. Saranno necessari tempo, costanza e pazienza. Una merce rara oggigiorno, ma proprio per questo estremamente preziosa.

Quindi, dovremo far conto di esercitarci in palestra. Di tanto in tanto, impegniamoci a pensare che fondamentalmente “il mondo” non esiste O, per essere più precisi, è una costruzione nostra, interna, fatta di opinioni basate certamente su esperienze, ma che nonostante tutto, proprio in quanto opinioni, potrebbero essere sbagliate.

E se sono sbagliate le opinioni, altrettanto sbagliato è il malumore, il risentimento che coviamo contro “il mondo”. Entità che, come abbiamo visto, non ha una sua consistenza reale. Oltretutto, il malumore tende a consumare le nostre energie, che invece potremmo usare per pensieri (e di conseguenza azioni) di carattere molto più costruttivo.

Quindi – che so – mettiamo una sveglia sul cellulare, e quando suona, riflettiamo brevemente su quanto abbiamo detto sopra. Dissolviamo un po’ di malumore, e lasciamo che un tot di energia venga indirizzato verso l’uscita dallo stato di impotenza. Col tempo, vedremo lo sviluppo di un effetto cumulativo che ci spalancherà nuovi, stimolanti orizzonti.

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