La frustrazione insorge quando abbiamo la sensazione che non ci siano vie di uscita da una situazione “negativa”, cioè, che non ci piace o comunque molto diversa da come la vorremmo. In un certo qual modo, è come se la nostra mente si restringesse. Le soluzioni ai nostri problemi sono ancora là fuori, ma noi siamo in uno stato vibratorio di qualità talmente scarsa che non riusciremmo a vederla nemmeno se ce la sbattessero sotto il naso.
La prima cosa da fare, dunque, è recuperare una visione più ampia. Questo si può fare considerando che, in genere, quando ci si sente “impantanati” è perché mancano dei dati essenziali per risolvere la questione. Bisogna considerare, quindi, che ogni oggetto o situazione, per quanto complessi possano apparire a prima vista, sono in ultima analisi composti di elementi più semplici, e questi ultimi possono essere suddivisi a loro volta, fino a trovare aspetti ed elementi che possono essere controllati immediatamente o a breve termine.
Quando seguiamo questo procedimento, è un po’ come se “decodificassimo” la realtà che ci circonda. Anziché farci trascinare dagli eventi, cerchiamo di comprendere tutti i loro possibili significati e soprattutto ci sforziamo di cogliere il significato che, tra quelli possibili, ci rende più respons-abili. Ecco che a questo punto la frustrazione si dissolve, e riprendiamo in mano la nostra vita.