Chi come me è nato prima degli anni novanta ricorderà che un tempo al cinema i film venivano proiettati usando la pellicola di celluloide. La pellicola era avvolta attorno a degli affari circolari di plastica o metallo chiamati “bobine” o “rulli”. Il proiezionista li montava su un proiettore, ed ecco che scattava la magia del cinema.
La nostra mente sembra proprio funzionare come un proiettore. Mettiamo su dei film, che nella maggior parte dei casi appartengono al genere horror, o nel migliore dei casi a quello drammatico. Secondo me, si tratta di un meccanismo tutto sommato positivo. La mente ti sta chiedendo: cosa faresti se?
La vita ha molta più immaginazione di noi. Possono succedere molte cose: cosa faresti se perdessi il lavoro, il partner, la salute? Queste domande sono oziose solamente se non ci decidiamo a darci una risposta. Una volta che abbiamo stabilito una linea d’azione, tutto ci sembrerà decisamente più semplice.
Per fare questo, però, occorre evitare che la nostra energia se ne vada tutta in stress, nel proiettare questi filmini dell’orrore non per capirli, ma per crogiolarcisi dentro. Quando ci cogliamo in situazioni del genere, occorre cambiare rullo.
Non è complicatissimo. Basta usare l’immaginazione. Chi, come me, ha visto e conosciuto i proiettori, immaginerà che venga smontata la bobina del film dell’orrore e ne venga montata un’altra, quella di un film dove siamo capaci di trovare soluzioni creative alle sfide.