Mese: agosto 2015
Film, “i sogni segreti di Walter Mitty “, di Ben Stiller
La nevrosi del successo
Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare…. A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.
Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù…
Pier Paolo Pasolini
Citazione lunghina. per la quale ringrazio il mio lettore Pietro, ma nondimeno necessaria per introdurre il nostro argomento. Come sapete, questo blog risponde essenzialmente a una domanda: che cos’è davvero il successo?
Una delle risposte che ci siamo dati è nel nostro titolo: il successo, in qualsiasi situazione possiamo venirci a trovare , è fare un passo avanti, ovvero intraprendere un’azione o adottare un atteggiamento mentale che permetta di migliorare la situazione anche di pochissimo. Una serie di questi passi in fila uno dietro l’altro ci portano verso la vita che desideriamo davvero, che a sua volta è anch’essa il “successo”.
Ma perché mai nel titolo ho parlato di “nevrosi” del successo? Un po’ per via della citazione da Pasolini, certo. Ma anche perché mi sembra a volte che “il mondo” cerchi di obbligarci ad avere successo sempre. Il che appare una contraddizione in termini, visto che per avere “successo” occorre imparare delle cose, e per imparare bisogna “fallire” prima di “avere successo”.
Ecco che quindi il senso di necessità di successo diventa una vera e propria nevrosi. Cioè, secondo una delle tante definizioni,
Un insieme di disturbi psicopatologici, in genere scaturiti da un conflitto inconscio di tipo ansiogeno.
Wikipedia
Il conflitto nasce dal fatto che si vorrebbe avere successo senza prima imparare alcunché, come per scienza infusa. O peggio ancora, si vorrebbe avere il “successo” che qualcun altro vuole per noi, invece di avere il nostro, che è quello che vogliamo davvero. Ecco che si crea una separazione, una scissione tra quello che vogliamo e quello che stiamo facendo. Il risultato è che ci sentiamo infelici.
Se invece prendiamo in mano la nostra vita, e cerchiamo di costruire il successo che *noi* vogliamo, ecco che andiamo verso la felicità.
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Film, “The Social Network”, di David Fincher
Il cartello misterioso… qualità o quantità?
Con la canicola che imperversa in questi giorni, pensavo che fosse il frutto di un colpo di sole. Tanto che sono tornato indietro per verificare, esattamente come si fa nei sogni che si guarda l’orologio, e se segna un’ora completamente diversa da un secondo prima si capisce che stiamo dormendo.
Invece il cartello era sempre lì, attaccato alla porta della macelleria. CERCASI CLIENTI CON ESPERIENZA. Che vorrà dire? Quale gherminella si nasconde dietro questo criptico messaggio? Alla fine decido di entrare .
A mettere il cartello è stato il macellaio, il signor Roberto. Mi qualifico come giornalista, e gli chiedo cosa voglia dire quel messaggio così strano. Ne viene fuori un piccolo trattato di economia. I supermercati vendono a prezzi sempre più bassi, ed è certamente un bene dal punto di vista del potere d’acquisto dei consumatori. Ma che ne è della qualità?
Ovviamente, più si abbassa il prezzo di una merce, più si abbassa la sua qualità. Perché per abbassare il prezzo è necessario scegliere materie prime che costino meno. Così, ad esempio la pasta sarà fatta con farina di seconda o terza qualità anziché di prima.
Potrei continuare per un bel po’, ma penso che il concetto sia chiaro. Ovvio che quando il portafogli è quello non sempre si può scegliere. Ma adesso il senso del cartello mi è molto più comprensibile..
Generatori di mondi
NOI SIAMO RESPONSABILI. Lo ripeto continuamente, ma repetita iuvant. Anche perché si tratta di un concetto banalissimo, e proprio per questo spesso viene dimenticato. Eppure fa una grandissima differenza. Praticamente, rende illegale la disperazione.
Perché disperarsi vuol dire non avere più speranze. Ma se siamo respons-abili, cioè abili a rispondere, ecco che le speranze non possono mancare mai. Senza contare che la situazione in cui ci troviamo è il risultato delle nostre scelte passate, mentre il futuro dipende appunto dalle scelte che facciamo nel presente, che è il passato di quel futuro.
Complicato? Probabilmente. D’altronde, possiamo realizzare qualcosa soltanto se decidiamo di fare un passo avanti, e quindi a volte anche di vedere se riusciamo a rendere più semplice quello che appare complicato. Insomma, ci sono momenti in cui, per dirla con Einstein, è opportuno cambiare livello di pensiero.
Fra l’altro, se cambiamo il nostro modo di vedere il mondo, si verifica un effetto curioso: il mondo tende a cambiare secondo la nostra visione. Non succede in modo istantaneo, ma nel tempo il cambiamento diventa sempre più evidente. Insomma, possiamo generare il mondo che desideriamo.