Il mio Reiki

Ormai da un po’ di tempo ho messo una parte della mia testa e del mio tempo nello studio del Reiki. Penso che sia ora di buttar giù qualche appunto circa l’idea che mi sono fatto di questa tecnica, non fosse altro che per chiarirmi le idee concretizzando in scrittura i pensieri che mi passano in mente in merito al soggetto

Nella mia percezione il Reiki è energia che permea tutto l’Universo e tende a riequilibrare tutto ciò che tocca. Non è cosa da poco, considerando che la maggior parte dei nostri problemi di esseri umani sono determinati da squilibri di vario tipo – eccessi e mancanze.

Per chi non conosce il Reiki, ci possiamo rifare a qualcosa che forse il pubblico medio conosce meglio, la pranoterapia. Fondamentalmente, sia il Reiki che la pranoterapia si praticano “imponendo” le mani sul corpo di una persona. Qui però, una volta resa l’idea, c’è da fare un distinguo che sembra sottile ma non lo è più di tanto.

Infatti, mentre il pranoterapeuta usa la propria energia, chi pratica il Reiki usa un’energia che gli scorre attraverso. Questo significa, tanto per cominciare, che mentre il pranoterapeuta a un certo punto deve ricaricarsi, per l’operatore Reiki questo non è necessario. Anzi, più energia utilizza, più si ricarica.

Altra considerazione importante: il fatto che non si adopera la propria energia rende possibile assolutamente a chiunque praticare il Reiki. Non è insomma questione di “essere portati”. Una volta che siamo armonizzati, il Reiki comincia a funzionare indipendentemente dalla nostra forza fisica, dalla nostra condizione culturale, da tutto.

È questa caratteristica che me lo ha reso interessante fin da subito. La possibilità di equilibrare noi stessi in qualsiasi momento è davvero notevole.

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