Il nostro dovere

Il nostro dovere è quello di essere creativi, ovvero aggiungere bellezza alla bellezza intrinseca del creato. E’ questo il nostro vero lavoro, il compito che siamo chiamati a svolgere su questa terra. Tutto quello che facciamo e che desideriamo risponde a questa spinta che è dentro di noi, fa parte integrante della condizione umana.

Spesso ci dimentichiamo di questo compito, e finiamo per identificati con la situazione attuale, che in definitiva è semplicemente il frutto di ciò che è accaduto finora. Ci attacchiamo a quello che abbiamo realizzato, buono o meno buono che sia.

Intendiamoci: godersi i risultati dei nostri sforzi è legittimo e sacrosanto. Il problema sorge quando iniziamo a temere di perdere la nicchia che ci siamo costruiti. Si tratta di una paura abbastanza assurda. Innanzitutto perché preoccuparci peggiorerà la qualità delle nostre energie, rendendo più probabile la perdita di quello che ci sta (troppo) a cuore.

Allora si innesca la corsa del criceto: corriamo come dei forsennati per mantenere lo status quo, per rimanere, in definitiva, sempre nello stesso posto. Il punto è che nel frattempo le cose intorno continuano a cambiare, e a un certo punto la nostra corsa del criceto non sarà più adeguata. Nonostante tutto il nostro pedalare, può darsi che perdiamo quello che abbiamo costruito, in tutto o in parte.

Quindi, va benissimo godersi quello che abbiamo, ma occorre anche conservare la flessibilità mentale necessaria per non riposare troppo sugli allori. Rimanere sempre sul sentiero dello sviluppo personale.

Meraviglia, Catastrofe, Consapevolezza

Cerchiamo la Meraviglia, temiamo la Catastrofe, dovremmo piuttosto puntare alla Consapevolezza.

La Meraviglia somiglia un po’ al Paese dei Balocchi di Pinocchio. E’ una condizione in cui ci vengono offerti piaceri di ogni tipo, in genere molto materiali. Denaro, Successo, Sesso, Bellezza appariscente. Piacere infinito e incessante, per sempre. E’ un po’ il mondo che ci propone la pubblicità, fatto di persone splendide, sempre in perfetta forma e piene di soldi, che passano da una festa all’altra e guidano rombanti e potenti macchinoni.

Opposta alla Meraviglia, troviamo la Catastrofe. Ovvero, l’insieme delle peggiori disgrazie possibili, di tutto quello che temiamo di più, e che chissà come mai passiamo un sacco di tempo ad immaginare, tanto da far dire a qualche scrittore che “la mia vita è stata piena di grandi disgrazie, la maggior parte delle quali non sono mai accadute.” Che poi, come diceva qualcuno, “se c’è rimedio, perché ti preoccupi? Se non c’è rimedio, perché ti preoccupi?”

In genere, quindi, la nostra vita oscilla tra lo sperare la Meraviglia e il temere la Catastrofe. In effetti, però, è molto più facile che la nostra vita abbia aspetti che richiamano sfumature non estreme sia dell’una che dell’altra. Molto dipende a quel punto dagli aspetti su cui poniamo l’attenzione, positivi o negativi, o piuttosto piacevoli o spiacevoli per noi.

Questo porre l’attenzione in genere avviene in automatico, e per motivi che sarebbe lungo indagare, finisce per concentrarsi sugli aspetti non vitali, spiacevoli, “negativi” dell’esistenza. Naturalmente, possiamo prenderci la respons-abilità di gestire il processo. Questa respons-abilità specifica si chiama Consapevolezza.

Se decidiamo di osservare il processo mentale mentre si svolge, possiamo allenarci a trovare la Meraviglia che è intorno a noi, anche se magari in quel momento non ce n’è davvero che una briciola, una quantità infinitesimale. Grazie al potere dell’attenzione, quella briciola diventerà sempre più grande, e non avremo materialmente tempo di pensare alla Catastrofe.

Tempo pieno

E’ molto importante vivere un tempo pieno. Vale a dire: ogni istante, che sia di azione o di riposo, deve avere un suo significato ben preciso. Dobbiamo vivere un tempo la cui qualità sia la maggiore possibile.

Come sempre, è questione di allenamento. Occorre decidere di riappropriarsi del proprio tempo. Non è una decisione banale, perché pensiamo di esserne padroni, quando invece spesso, ponendo un minimo di attenzione alle modalità con cui si sviluppa la nostra vita, ci rendiamo conto che non è esattamente così.

Il nostro tempo, in genere, se ne va seguendo programmi dettati da altri. Perché, e questo ricordiamocelo sempre, se non abbiamo obiettivi nostri verremo fatalmente risucchiati dagli obiettivi di altri. Non che questo sia negativo in sé si badi bene, Solo che non è detto che gli obiettivi degli altri siano coerenti con i nostri migliori interessi.

Invece, prendendoci la respons-abilità di gestire in prima persona il nostro tempo, potremo capire esattamente come vogliamo usarlo. All’inizio, per qualcuno sarà un po’ complicato, ma facendo leva, cioè iniziando con piccoli passi, ben presto diventerà una piacevole abitudine. Ci sentiremo sempre meno stressati, e arriveremo davvero a goderci ogni minuto della nostra giornata, perché avremo scelto come spenderlo. Diventerà insomma, nel vero senso di questa espressione, tempo pieno.