Se non abbiamo un progetto nostro, molto probabilmente finiremo nel progetto di qualcun altro, e saremo soggetti al Pungolo. Ovvero: la persona o il gruppo di persone che ci vuole coinvolgere nel suo progetto ci pungolerà, cioè ci stimolerà in modo che seguiamo le sue direttive.
È bene sottolineare che la metafora del Pungolo viene dal governo degli animali. Secondo il dizionario Treccani si tratta infatti di “un bastone che porta infissa a una delle estremità una punta di ferro e serve a pungere buoi o altri animali per stimolarli a procedere“.
Non un bel termine, vero? Intendo dire, a nessuno piace essere trattato come un animale, o per meglio dire, come non dovrebbe essere trattato nemmeno un animale. Ma tant’è: c’è chi pensa che “il popolo”, “la massa”, “la gente”, o come altro vogliamo chiamare un aggregato di esseri umani considerato come indistinto, si debba guidare più o meno come si fa con le mandrie.
Naturalmente, in questo caso il Pungolo è con la maiuscola perché lo consideriamo come un concetto astratto. Di solito non si bastonano fisicamente gli esseri umani, o almeno non càpita così spesso come con gli animali. Chi intende guidare gli altri usa dei Pungoli più sottili, che vanno dall’intimidazione alla paura vera e propria passando per il paternalismo.
Intendiamoci, almeno finché ciascuno di noi non sarà finalmente in grado di autogovernarsi avremo bisogno di leader che abbiano almeno una vaga idea di dove andare. Questo però noin comporta necessariamente seguire in modo pedissequo gli input che riceviamo. Ovvero, quando sentiamo il Pungolo, domandiamoci, anche così per curiosità, se la direzione in cui ci spinge è coerente con i nostri migliori interessi.