Aumentare i minuti di felicità

Mi è ricapitato in mano un libro di Omar Falworth, Conoscersi accettarsi migliorarsi. E’ curioso come spesso, quando rileggi un libro, ci trovi qualcosa che ti appare nuovo. Dipende forse dal fatto che sei diverso tu che leggi, e quindi noti cose diverse.

In questo caso ho avuto modo di apprezzare il passo dove Falworth suggerisce di aumentare i minuti di felicità. Il suggerimento lì per lì puo’ sembrare strano. Anche perché è applicabile anche in situazioni che possono apparire disastrose.

Il punto è che spesso ci capita di pensare a rovescio. Ovvero: ci basiamo sul passato per creare il futuro. Il che spesso garantisce che perpetuiamo la situazione che stiamo vivendo. Se ci piace, va tutto benone. Se invece magari pensiamo che sia migliorabile, ecco che ribadire quello che abbiamo vissuto finora ripensandoci a ripetizione probabilmente non ci porta granché lontano.

Falworth invece ci propone di creare spazi di felicità anche – e soprattutto – quando le situazioni sono incasinate. Alla fine si tratta della Legge di Attrazione. Ciò su cui ti concentri tende ad espandersi. Se ti concentri sui tuoi problemi, avrai sempre più problemi di quel tipo.

Se invece riesci, anche per un secondo, a “svoltare”, e a dirti “io sono felice”, ecco che qualcosa dentro di noi cambia.  Cominci a percepire cose che prima non prendevi neanche in considerazione. Sei cambiato, e quindi la tua vita cambia. Se riesci a sentirti felice anche per un solo istante, ecco che la felicità comincia ad espandersi. Cominci a pensare in avanti

Come risolvere subito il 50% dei vostri problemi

3031_50_offAvete presente quelle giornate in cui sentiamo che niente va “bene” (cioè come vogliamo noi)? Abbiamo la sensazione di esserci dati un sacco da fare e di non aver ottenuto un emerito tubo. Il bello è che non sappiamo minimamente come tirarcene fuori.

Non so come la vedete voi, ma secondo me questo succede quando i “problemi” sono talmente tanti e ci assalgono contemporaneamente, tanto che non riusciamo a metterli in ordine di priorità. Allora può essere utile ridurli un tantino.

Provate a fare come ho fatto io. A un certo punto, ho deciso di essere sfigato solamente al 50%. Ho proprio immaginato un grafico animato, nel quale la mia quantità di sfiga si dimezzava, scendendo dal 100% al 50.

Banale? Certo che sì. Tuttavia, il senso di liberazione che si prova dà una spinta niente male. Pensare che alla fine non siamo così sfigati come crediamo apre la porta alla possibilità di essere anche un po’ capaci di uscire dalle difficoltà.

Occhio, non è che di colpo il mondo cambi. Però siamo cambiati noi, e saremo un po’ più capaci di cogliere opportunità che magari finora ci sono sfuggite.