Mi viene spesso da pensare che siamo immersi in una sorta di ipnosi culturale, che cerca in tutti i modi di renderci rinunciatari. Quando parlo con le persone, e a volte anche quando parlo con me stesso, mi ritrovo a sentire simpatici concettini come
-non ce la posso fare
-sono stanchissimo
-lo faccio domani
-certo che va tutto a rovescio
Perché facciamo questo? In definitiva non ha grande importanza. Quello che è certo, a forza di ripeterci queste frasi è come se scavassimo dei solchi nel nostro cervello, delle vere e proprie autostrade, che rendono sempre più facile pensare in questo modo.
Ipnosi culturale. Appunto. L’ipnosi non è altro che una suggestione, anzi una autosuggestione.
La domanda sorge spontanea: ci è utile tutto questo? Ci serve a qualcosa pensare in questo modo? La risposta è sì. Pensare in negativo serve ad evitare di diventare respons-abili, cioè capaci di risposta.
Se le cose vanno “male”, basta pensare che “la colpa” è di qualcun altro, o ancora meglio, di un non meglio identificato Destino cinico e baro. Così siamo più tranquilli. Non possiamo far nulla per cambiare. Mica è colpa nostra se “le cose stanno così”!
Viceversa, vedete un po’ come suona tutto diverso se invertiamo le frasi di cui sopra:
-ce la posso fare
-mi sento in grande forma
-lo faccio adesso o comunque quanto prima
-posso affrontare qualsiasi cosa
Il bello è che se cominciamo a ripeterci queste frasi, l’ipnosi culturale funziona lo stesso. Certo, visto che intorno a noi c’è una pressione non indifferente, dobbiamo usare la nostra consapevolezza per spingere in senso contrario. Ma vi posso garantire per esperienza personale che lo sforzo vale assolutamente la pena.