Quando meno te lo aspetti

Uno dei motivi per cui smettiamo di impegnarci, tiriamo i remi in barca, è che a volte sembra di impegnarci molto per ottenere poco o nulla. Pensiamo che i nostri sforzi siano sproporzionati, e decidiamo di non fare più niente, di lasciar perdere. D’altronde, questo comportamento sembra coerente in una società che ci chiede di ottenere tutto… e subito.

Le cose però hanno un modo tutto loro di muoversi. Quasi si potrebbe dire che lavorano sotto terra, come le piante. O meglio ancora, come i funghi, che spuntano in superficie di punto in bianco. Così è anche per il raggiungimento dei nostri obiettivi. Piccole azioni fanno una differenza sempre maggiore, finchè quello che volevamo si materializza quando meno ce lo aspettiamo.

Ed è per lo stesso motivo che molti si perdono per strada. Non vedendo risultati immediati, preferiscono dedicarsi ad attività più piacevoli, che però li allontanano dai loro valori. E a un certo punto, guardandosi indietro, si rendono conto che non hanno combinato nulla. I più intelligenti fanno tesoro della lezione e si rimboccano le maniche, o comunque accettano la loro responsabilità. Gli altri invece danno la colpa “alla società”. La stessa società che invece ha consentito ad altri di realizzare quello che si erano proposti. 

Scannerizzare l’Universo

Uno dei motivi per cui spesso rinunciamo a crearci delle mete è che non sappiamo che cosa fare. A suo tempo abbiamo già parlato del brainstorming, cioè la tecnica che permette di tirar fuori un numero considerevole di idee, alcune delle quali non verrebbero mai fuori senza questa tecnica. Ma a volte neanche il brainstorming funziona, perchè magari in quel momento siamo talmente presi dagli ingranaggi del quotidiano che tutte le nostre energie sono convogliate verso problemi a breve termine.

Allora possiamo tentare un’altra strategia, quella appunto di “scannerizzare l’universo”. La frase, come spesso càpita, non è mia, ma di una persona che conosco e che appartiene a una razza sempre più comune oggigiorno, quella dei piccolissimi dinamicissimi imprenditori di sè stessi. Spesso mi è stata molto utile in momenti di impasse.

Ma in definitiva, di che cosa si tratta? La scannerizzazione dell’universo può essere fatta in tantissimi modi. Uno dei più semplici è prendere un libro, una rivista o qualsiasi altra cosa che non c’entri assolutamente nulla con ciò che stiamo facendo in quel periodo. Se siamo bancari, prendiamo un libro di entomologia. Se siamo entomologi, una rivista di vela. Lo scopo non è altro che uscire dai binari del quotidiano, e fare in modo che si attivino dei neuroni che magari neanche sapevamo di avere. 

Indipendenza di pensiero

La nostra mente è come un vulcano in eruzione. A volte capita che prende una direzione sua, senza che ci siamo minimamente sognati di indicargliela. Ci costruiamo degli scenari, talvolta probabili, talvolta assai meno. Ma queste ipotesi presentano una caratteristica in comune: non hanno alcun fondamento. Eppure condizionano la nostra vita.

Com’è questa possibilità che si realizza? E’ del tutto incontrollabile, oppure possiamo in qualche modo influire su di essa? La risposta è: si e no. No, perchè alcune circostanze sono al di fuori della nostra sfera di influenza. Sì, perchè esistono delle circostanze che invece sono dentro la nostra sfera d’influenza.

Immagino che abbiate capito dove voglio andare a parare. Delle circostanze che possiamo controllare, è una mossa furba concentrare l’attenzione su quelle che ci facilitano il cammino.

Abituiamoci a coltivare la nostra indipendenza di pensiero.

Polvere

Di tanto in tanto non è male dare una spolveratina alla nostra mente. Proprio così: immaginatevi di avere in mano uno di questi affari che si usano per dirazzolare mobili e chincaglierie varie, togliendo loro di dosso il pulviscolo che ci si è depositato sopra.

Certo una mossa del genere non risolve eventuali problemi che possiamo avere in quel momento. Altrettanto sicuramente la polvere continuerà a formarsi, visto che il processo della sua creazione è incessante. Ma è anche vero che se togliamo di mezzo il microciarpame è come se si alzasse un velo. Molte delle nostre energie vengono liberate, ed è possibile vedere più chiaramente, siamo facilitati nel nostro tentativo quotidiano di non sprofondare nelle sabbie mobili. Si creano magari delle alternative che prima non avevamo neanche visto.

Se finora fare le pulizie non vi è mai piaciuto granché, può essere il momento ideale per cominciare. 

Polvere

Di tanto in tanto non è male dare una spolveratina alla nostra mente. Proprio così: immaginatevi di avere in mano uno di questi affari che si usano per dirazzolare mobili e chincaglierie varie, togliendo loro di dosso il pulviscolo che ci si è depositato sopra.

Certo una mossa del genere non risolve eventuali problemi che possiamo avere in quel momento. Altrettanto sicuramente la polvere continuerà a formarsi, visto che il processo della sua creazione è incessante. Ma è anche vero che se togliamo di mezzo il microciarpame è come se si alzasse un velo. Molte delle nostre energie vengono liberate, ed è possibile vedere più chiaramente, siamo facilitati nel nostro tentativo quotidiano di non sprofondare nelle sabbie mobili. Si creano magari delle alternative che prima non avevamo neanche visto.

Se finora fare le pulizie non vi è mai piaciuto granchè, può essere il momento ideale per cominciare.

Chi ha paura del Time Management?

Nel corso delle mie attività mi trovo spesso a confronto con un concetto chiave: la gestione del tempo o, per dirlo con termine più esoterico, il “time management”. Non si tratta di fare questo piuttosto che quello. A volte, diciamocelo francamente, ci scocci proprio il stesso di dover programmare quello che facciamo. Parole come “gestione”, “programmazione” et similia ci fanno sentire ingabbiati, provocano l’itterizia, sanno molto di piano quinquennale.

E’ quello che provai quando mi cominciarono a parlare di programmazione del tempo all’inizio della mia attività nel network marketing. Davvero, mi sentivo braccato, specialmente se si considera che non ho mai amato le costrizioni in genere. Poi, però, sia pure gradualmente, ho scoperto due verità molto interessanti riguardo al time management:

1) Una volta che hai programmato una cosa, non necessariamente sei obbligato a farla. Alla fine la programmazione nasce da dei valori, dalle cose che vogliamo fare perchè ci sembrano giuste oppure perchè ci fanno stare bene. Se il programma che abbiamo fatto non ci soddisfa, possiamo sempre rivalutarlo. Questo è un punto molto importante per chi si sente minacciato da tabelle ed agende.

2) La programmazione non ti ingabbia affatto, anzi libera il tuo tempo. Spesso le persone rinunciano a programmare il tempo perchè pensano che per ottenere risultati congrui debbano impegnare ogni minuto della loro giornata, creandosi un ritmo frenetico. Magari ne parlerò più ampiamente in altra sede, ma intanto è bene accennare a questo fatto fondamentale: nella programmazione può, e anzi deve, trovare posto anche il tempo libero. Anzi, quello che potremmo chiamare il tempo della RICREAZIONE. Non si può lavorare senza tregua sedici ore al giorno. Occorre, in base ai nostri valori, trovare il tempo per ricaricare le batterie o, come dice Stephen Covey, “affilare la sega”.

Ecco, questi sono i concetti che mi hanno reso più appetibile la programmazione del tempo.

Il bivio

Il giorno della tua salvezza é oggi. Cosí recita la Bibbia. Che siamo credenti o no, mi pare sia una frase su cui riflettere. Spesso ci troviamo impastoiati dal passato e/o dal futuro. ma il punto, assai banale, é che il passato non c’é piú, e il futuro non c’é ancora.

Qualcuno potrá dire׃ ma io non posso farci nulla. Il passato e il futuro non fanno altro che influenzarmi, affiorando continuamente nei miei pensieri. C’é il mutuo che scade, ho avuto un’infanzia infelice, domani potrebbe esserci un crollo in borsa.

Tutto vero, tutto reale. Non é che non esiste. Certo che esiste. Infatti la sfida non sta nel fatto che certe cose esistano, ma nel quanto consentiamo loro di influire su di noi.

Se ci si pensa bene, davanti a quel che ci succede possiamo atteggiarci in due modi. Prendercela, strapparci i capelli, battere la testa nel muro… e perdere energie preziose. Oppure… oppure avere fede nel fatto che ciascuno di noi ha delle risorse pressoché illimitate, e che si puó sempre uscire da qualsiasi situazione negativa, secondo il famoso detto׃

Se c’é rimedio, perché te la prendi?

Se non c’é rimedio, perché te la prendi?

Si tratta di una decisione che si prende in un istante, adesso. Il bello é che piú volte prendiamo questa decisione. piú l’effetto é cumulativo. Giorno dopo giorno, la nostra vita diventa qualcosa di completamente diverso. A un certo punto ci guarderemo alle spalle, e saremo entusiasti della trasformazione compiuta.

Il giorno della tua salvezza é oggi.