Homo Distractus

Penso che molto spesso non raggiungiamo i nostri obiettivi perché viviamo in quella che potremmo chiamare era della distrazione. Facciamoci caso, veniamo distratti in continuazione.

Per esempio, amo tantissimo la musica, ma ormai la trovi in qualsiasi posto: bar, supermercati, stazioni, aeroporti… a volte discreta, a volte a volume altissimo.

Al bar o al ristorante a volte rende difficoltoso capirsi da una parte all’altra del tavolo. Al supermercato, incrementa il curioso fenomeno per cui quando arrivi a casa ti rendi conto di aver comprato tutto… tranne quello che volevi davvero comprare. In stazione, dopo un po’ non ti ricordi più neanche a quale binario dovevi andare a prendere il treno.

Altro esempio, i telefonini e internet. Premesso che adoro entrambi, anche qui le distrazioni sono numerose. Quando i cellulari non navigavano, poco male, c’erano solo le telefonate. Adesso, con gli smartphone ci sono anche un sacco di app, ognuna con le sue brave notifiche dotate di simpatici campanellini. Ognuno dei quali vuol dire un’interruzione del flusso dei nostri pensieri, e quindi una distrazione.

Lo stesso, in definitiva, fanno le insegne al neon, i manifesti, e così via. Tutte fonti di distrazione che nel tempo stanno sempre di più portando alla nascita di una vera e propria nuova specie. Dall’Homo Sapiens all’Homo Distractus.

Naturalmente, non c’è nulla di male nè nella musica, nè negli smartphone, nè tantomeno nelle insegne al neon e nei manifesti. Però è vero che tutte queste cose frantumano la nostra attenzione, rendendoci meno focalizzati e quindi rendendo meno probabile che raggiungiamo quello che vogliamo veramente raggiungere.

Ovviamente, non sempre è possibile ritirarsi in Tibet per ritrovare il proprio focus. Di certo, è utile addestrarsi per fare in modo che quanto sopra ci distragga il meno possibile. Anche qui, è importante fare dei piccoli passi avanti. Il rischio infatti è quello di aspettarsi dei miracoli quando si comincia una pratica di consapevolezza.

In realtà, è esattamente come quando si comincia ad allenarsi in palestra. Se pensiamo di portare a termine una tabella di quelle toste e magari non ti sei allenato per anni (o non ti sei allenato mai) sarà difficile che tu ottenga soddisfazione in questo senso, almeno soddisfazione immediata.

Se però ci armiamo di pazienza e cominciamo a notare le distrazioni a cui siamo soggetti, a prenderne coscienza, e quindi ove possibile a ridurle, ecco che facendo un passo avanti potremo focalizzarci meglio e quindi, un po’ alla volta, arrivare molto lontano. Insomma, come spesso succede bisogna decidere di fare leva. Cominciare con piccole cose, piccoli cambiamenti, così da attivare un effetto palla di neve che ci porterà col tempo a cambiare secondo i nostri desideri.

 

Un pensiero riguardo “Homo Distractus

  1. La distrazione nasce da un’eccessiva offerta, se entri in un centro commerciale sei invaso da mirabolanti alternative d’acquisto che non avresti se decidessi di acquistare in un piccolo negozio dove si vende solo un prodotto, quando accendi la TV continui a saltellare da un canale ad un altro, ( si chiama zapping) questa eccessiva offerta ti porta a cercare oltre l’inverosimile.
    Quando io ero piccino c’erano solo due canali e la parola zapping non esisteva.
    L’uomo è distratto quando può scegliere e quando può scegliere vi è un’altissima probabilità di sbagliare.
    Quando non si hanno alternative non si sbaglia mai.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.