L’asino nel pozzo

Storiella sentita e risentita, ma che è sempre interessante… volendo vi metto anche la versione video. 

Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma non poteva più uscirne.

L’asino continuò a ragliare sonoramente per ore, mentre il proprietario pensava al da farsi.

Finalmente il contadino prese una decisione crudele: concluse che l’asino era ormai molto vecchio e che non serviva più a nulla, che
il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo. Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare fuori l’animale dal pozzo. Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo l’asino.

Ognuno di loro prese quindi un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo.

L’asino non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo con lui e pianse disperatamente.
Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino rimase quieto.

Il contadino alla fine guardò verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide.

Ad ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l’asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa, facendola cadere e salendoci sopra.

In questo modo, in poco tempo, tutti videro come l’asino riuscì ad arrivare fino all’imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne trottando.

La vita andrà a buttarti addosso molta terra, ogni tipo di terra.
Principalmente se sarai dentro un pozzo.
Il segreto per uscire dal pozzo consiste semplicemente nello scuotersi di dosso la terra che si riceve e nel salirci sopra.

Ricorda le cinque regole per essere felice:

1- Libera il tuo cuore dall’odio.

2- Libera la tua mente dalle preoccupazioni.

3- Semplifica la tua vita.

4- Da’ di più e aspettati meno.

5- Ama di più e… accetta la terra che ti tirano addosso, poiché essa può costituire la soluzione e non il problema.

Rimescolare le carte

Mazzo_CartePossiamo concepire la vita come un mazzo di carte. Man mano che le giriamo, possiamo trovare un due, ma anche un asso. Quindi, viene da pensare, se non ci stanchiamo di girare le carte a un certo punto ce ne dovrà per forza capitare in mano una vincente, giusto?

E’ un ragionamento che non fa una grinza. Eppure, capita spesso che stiamo lì con un due di picche in mano, a lamentarci, con il mazzo che rimane sul tavolo. A portata di mano, ma all’atto pratico completamente inutile.

Fuor di metafora, l’unico vero fallimento si verifica quando smettiamo di girare le carte, quando smettiamo di provare.

Daniele Penna e l'”Inizia-Azione”

daniele_pennaMi sta piacendo molto il video-libro di Daniele PennaSalto Quantico. Daniele ha una buona oratoria, e soprattutto mi ha dato uno spunto notevole. Generalmente si ritiene che chi ha successo sia per qualche verso un iniziato.   

Iniziato a che cosa poi non si sa. Probabilmente ci facciamo questo film perché, dal momento che noi invece non siamo iniziati, ci riteniamo giustificati per la sfiga che ci invece creiamo con i nostri pensieri.  Cosa vuoi, a me non hanno rivelato il Segreto (quale?) e quindi…

Quindi cosa??????? Siccome “non siamo iniziati”, rinunciamo all’idea che siamo comunque respons-abili, cioè “abili a rispondere”. Dimentichiamo che quello che ci accade conta molto meno di come reagiamo a quello che ci accade.

Ecco allora che Penna (ma anche io) ci suggerisce un punto di vista diverso. Dopo aver annunciato con ironica solennità di volerci dare l’iniziazione,  ci propone di vedere questa parola come “inizia-azione”. Ovvero, come diceva il Poeta, qualunque cosa tu abbia in mente di fare, cominciala.  Inizia a muoverti, fai esperienze, sbaglia e impara.

Lo so che non è comodo. Ma con la comodità non si impara, e non si cresce.

Per vedere l’interessante videolibro di Daniele Penna vai su www.saltoquantico.org

Daniele ha scritto anche qualche libro, che vi segnalo qui sotto

Sveglia! I 15 passi necessari per vivere una vita felice e ricca di abbondanza

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Libri, “Breaking Bad” di Chiara Checcaglini

In uno scenario seriale come quello attuale, in cui i telefilm hanno uno standard qualitativo altissimo. Oggi vi parliamo di un volume dedicato a Breaking Bad, Breaking bad. La chimica del male: storia, temi, stile curato da Chiara Checcaglini e pubblicato da Mimesis. La serie “Breaking Bad”, creata da Vince Gilligan e andata in onda tra il 2008 e il 2013, si è imposta come un prodotto particolarmente interessante per il perfetto equilibrio tra le caratteristiche tecniche e tematiche della quality tv e la centralità del coinvolgimento dello spettatore.

Anche perchè lo scopo dichiarato del creatore della serie è stato far sì che il protagonista Walter White diventasse progressivamente un antagonista, insomma un cattivo, volendo usare un termine un po’ demodè. Da vittima delle circostanze a mente criminale.

Il volume si propone di indagare la serie intrecciando l’analisi del teso, con particolare attenzione alla ricca rete di citazioni e influenze letterarie, televisive e cinematografiche, a quella delle dinamiche di produzione degli episodi e dei modi di fruizione da parte degli spettatori, nel tentativo di tracciare una mappa completa della serie, e di sottolineare come Walter White si candidi ad essere un protagonista con il quale in avvenire le serie tv e anche il cinema dovranno confrontarsi.

Forex di testa: stop loss o all in?

forexQuando si tratta di Forex,  mi sono trovato a scegliere tra lo Stop Loss e  l‘All In . Ovvero, come quando a poker si decide di mettere tutto sul piatto. Infatti,  pensavo, non si può sapere  quanto grande deve essere lo stop loss. Ne ho provate di tutte. A metterlo molto piccolo e molto grande. Finivo sempre per avere una serie di cifre rosse sull’estratto conto.

ll che non fa certo piacere. D’accordo che bisogna poi guardare la differenza tra guadagni e perdite sul lungo termine, però col tempo mi sono reso conto che possono esserci anche oscillazioni molto, molto ampie che poi rientrano…. mentre tu hai raggiunto lo stop loss, e magari invece potevi chiudere la posizione con un guadagno.

Mi è successo giusto l’altro giorno. Una posizione ha cominciato a macinare perdite su perdite. Mi sono spaventato e l’ho chiusa… consolidando così le perdite. Atteggiamento causato dal panico, di cui ovviamente mi sono pentito il giorno dopo. Anche se avessi perso tutto il capitale che avevo, non avrei forse comunque potuto guadagnare nel lungo termine? Certo, se avessi avuto a disposizione un capitale infinito. Ma ovviamente non ce l’ho.

Nella vita si raggiungono una serie di conclusioni provvisorie. Man mano che accumuliamo dati formuliamo teorie, che poi devono essere messe alla prova. Per il momento, parteggio per l’All In piuttosto che per lo Stop Loss.

Se vuoi scambiare con me idee sul Forex, o vuoi semplicemente sapere di cosa si tratta,  lasciami un commento o scrivimi a notiziedalivorno@gmail.com

Il paradosso dell’ottimismo

A34EPR thumbs up sign made with right handQuando bisogna essere ottimisti? O per essere ancora più precisi, quando serve  essere ottimisti?  Ebbene, serve di più quando le cose vanno “peggio”, cioè quando otteniamo risultati diversi da quelli che volevamo.

Infatti, viene abbastanza naturale essere ottimisti quando gli affari vanno a gonfie vele, abbiamo le tasche piene e magari anche la persona giusta al nostro fianco. In questa situazione, sarete d’accordo con me che per essere pessimisti ci vuole parecchio impegno.

Quando invece “va tutto storto”… beh, la situazione cambia parecchio. La maggior parte delle nostre energie viene risucchiata dalla contemplazione delle cose che non vogliamo. Ed è allora che l’ottimismo è più necessario.

Qualcuno potrà dire: ma l’ottimismo di per sè, non risolve i problemi. Certo che no. Però il fatto stesso di pensare che le cose in futuro andranno meglio già crea in noi una vibrazione diversa, che ci aiuta a vedere soluzioni che altrimenti potremmo non considerare nemmeno se ci andassimo a sbattere contro.

Insomma, pensare che le cose miglioreranno già aumenta la probabilità che sia così.

Libri, “Enciclopedia della telenovela”


Se siete tra i numerosissimi appassionati delle telenovelas non potete assolutamente perdervi questa “Enciclopedia delle telenovelas. Trasmesse in Italia dal 1980 ad oggi
”, ideata da Alessandro Giannotto e scritta insieme a due cultori del genere Mario De Fazio e Gianni Pinotti.

Dal volume emergono aneddoti molto interessanti, come il fatto che La Schiava Isaura non fu, come generalmente si ritiene, la prima telenovela trasmessa in Italia. Un’altra telenovela, per motivi di contratto, andò in onda prima in Italia che in in sud America. In totale, nel libro troviamo 400 schede di titoli, fra sudamericani, italiani ed europei, con trame, cast, curiosità sulla produzione e programmazione, spesso caratterizzata da tagli e stravolgimenti.

In particolare si trovano nell’Enciclopedia i titoli italiani e quelli originali, il numero degli episodi e la loro durata, i cast e le trame,m le caratteristiche delle rispettive edizioni italiane, aneddoti sulla produzione, la programmazione italiana e gli ascolti, le colonne sonore italiane, i premi ricevuti e i remake.

Non mancano accenni alle miniserie e film TV sudamericani programmati nel nostro paese, così come alle telenovelas che non sono mai arrivate alla mesa in onda per i motivi più disparati. Infine, si tratta anche la cosidetta telenovela “erotica”.

La cosa migliore che possiamo fare per gli altri

pagnottaLa cosa migliore che possiamo fare per gli altri è migliorare noi stessi, diventare sempre più indipendenti. E mostrare agli altri con l’esempio come si può diventare indipendenti.

Ognuno di noi infatti dovrebbe avere come meta essere responsabile della propria vita. Se noi aiutiamo costantemente qualcuno, ma in ultima analisi non gli forniamo le capacità di stare in piedi da solo, è come dargli un pesce ma non insegnarli a pescare.

Può sembrare un ragionamento poco empatico. Ma pensiamoci bene.  Se io provvedo costantemente a tutti i bisogni di una persona, possono accadere due cose.

1. Una volta che sono soddisfatti i bisogni primari, la persona comincia a sviluppare le proprie capacità e quanto prima si svincola dalla dipendenza nei confronti di chi l’ha aiutata, ovviamente con la dovuta gratitudine, e magari ricambiando all’occorrenza.

2.  La persona si adagia sugli allori. Conta sul fatto che ha comunque di che mangiare e bere, di che coprirsi, un tetto sopra la testa. Diventa sempre più pigra, sempre più dipendente da chi lo foraggia.

Quale delle due si verifica più spesso? Diamoci una risposta.

Quindi, non dovremmo dare da mangiare a chi ha fame? Certo che sì. Ma non credo sia sufficiente. Dobbiamo anche cercare di fargli capire che può avere molto di più di un piatto di minestra, se fa lo sforzo di pensare correttamente.

Non tutti faranno quello sforzo, ovvio. E’ molto attraente la prospettiva di un pasto caldo e di un tetto senza dare niente in cambio. Tuttavia, ritengo che sia nostro dovere rendere noi stessi e gli altri sempre meno passivi.

Vittime, carnefici, protagonisti

A volte mi viene da pensare che esistono tre tipi di persone. Le vittime, i carnefiici e i protagonisti.

Le vittime sono quelle che subiscono sempre. Rinunciano a quello che vogliono loro per fare quello che vogliono gli altri. Spesso sono convinti che l’etica del sacrificio sia il fondamento dell’Universo.

I carnefici sono ovviamente quelli che si approfittano delle debolezze delle vittime. Si affermano schiacciando il loro prossimo in varie forme. Non necessariamente con la forza fisica. Anzi, spesso la loro violenza è psicologica.

I protagonisti sono coloro che si rifiutano di essere vittime, ma anche di fare i carnefici. Sono responsabili della loro vita, e incoraggiano gli altri a fare lo stesso. Hanno una grande stima di sé stessi, e stimolano chi hanno intorno, anche solo con l’esempio, a costruire la loro propria fiducia in sé stessi.

Dieci…. vittoria!

dieci-dita1Sto letteralmente consumando un file mp3 gentilmente fornitomi dal sistema di formazione dell’organizzazione Mlm a cui appartengo. Menomale che non si usano più le cassette, altrimenti il nastro avrebbe ceduto da lungo tempo. Ma cosa sarà mai che mi spinge a sentirlo e risentirlo?

Ebbene, l’oratore in quel file esprime un concetto molto interessante, che illustra bene come nel multi level marketing, come del resto in ogni cosa dell’umana vicenda, la persistenza paghi. Se ci si ferma davanti alle difficoltà, difficilmente raggiungeremo il nostro obiettivo.

Se invece decidiamo di persistere, ecco che cominceremo a imparare, e le nostre azioni diventeranno sempre più efficaci. Ma non si tratta solo di questo. E’ molto, molto importante non valutare il singolo risultato. Cosa vuol dire? Che se noi ci focalizziamo sul singolo ‘no’ che abbiamo preso, ecco che quel ‘no’ si ingigantisce, ci succhia energie… e rallentiamo.

Quale puo’ essere la soluzione? l’mp3 afferma che, quando hai presentato il business a dieci persone dovresti comunque festeggiare, al di là del risultato. Il perché è semplice: hai persistito, sei cresciuto, e quindi inevitabilmente il tuo business, se persisti ancora, è destinato anch’esso a crescere. A patto ovviamente che tu persista ancora :-).

Lo stesso vale se hai fatto dieci contatti, dieci telefonate, dieci tentativi per raggiungere il tuo obiettivo. Perché anche se non l’hai raggiunto adesso, sicuramente hai imparato qualcosa che ti consentirà di avvicinarti. E soprattutto, avrai imparato a persistere fino al successo.

Dieci… Vittoria!