A volte occorre passare dal concreto all’astratto per cogliere l’essenza. Succede quando ti senti a disagio perché ti sei attaccato troppo a un obiettivo troppo preciso.
Può sembrare strana come affermazione: di solito infatti nel campo della motivazione gli obiettivi vengono considerati qualcosa di quasi sacro. E anch’io penso che mettersi degli obiettivi precisi, magari con una scadenza, sia un’ottimo modo per incentivarci a muoverci, a imparare magari qualcosa di nuovo.
Tuttavia, càpita a volte che l’obiettivo, pur nella sua natura positiva, diventi per noi un vero e proprio incubo. Succede quando magari le nostre risorse devono ancora essere integrate. Dobbiamo acquisire qualcosa, imparare qualcosa. E noi, invece di prendere coscienza di questo, ci irrigidiamo, diventiamo testardi. Vogliamo quell’obiettivo, lo vogliamo adesso. Facciamo le bizze un po’ come i bambini. Pestiamo i piedi: Vojo, vojo…
E’ un modo più che sicuro per farsi del male. Quantità industriali di energia vengono scialacquate in qualcosa di molto simile a sbattere la testa su un muro. Il muro non se ne preoccupa più di tanto, mentre voi vi fracassate il cranio.
Questi sono i momenti in cui occorre tornare all’essenza, a quello che qualcuno chiama i valori. Perché abbiamo scelto di perseguire quell’obiettivo? Che cosa rappresenta per noi? In base a quale valore l’abbiamo scelto? E’ possibile che ci siano altre strade per raggiungere lo stesso risultato? Come possiamo suddividere quell’obiettivo in modo da trovare un’azione che possiamo fare adesso con un po’ di impegno?