Quando lavoro, ma in definitiva anche quando vivo, raramente faccio una cosa sola.
Lo so bene che bisognerebbe essere focalizzati e bla bla bla. E in effetti, più siamo focalizzati meglio è. Siccome però la perfezione è un ideale a cui tendere ma raramente si raggiunge, capita spesso che qualcosa di urgente si frapponga, oppure che un lavoro non quagli.
Allora trovo utile passare momentaneamente a qualcos’altro. Capita spesso che “staccare” mi sblocchi il cervello, e magari vedo una soluzione anche ovvia ma che lì per lì mi era sfuggita perché ormai mi ero incaponito su qualcosa, diventando rigido e di conseguenza incapace di aprirmi a soluzioni creative.
Questo funziona anche, e soprattutto, quando ci troviamo in situazioni in cui non sappiamo che pesci prendere. Sì, perché sono convinto che vi dice che le persone motivate non si sentono mai smarrite menta sapendo di mentire. Ci sono situazioni in cui abbiamo la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato.
In questo caso abbiamo due possibili scelte: la prima è quella di crogiolarci nel dolore, perdendo così tempo ed energia. La seconda è quella di capire cos’è successo, trarne una lezione per il futuro e lasciar andare.
La seconda scelta non è immediata, è graduale, e comporta un certo impegno. Qui viene utile il concetto di cui abbiamo parlato finora. Ogni tanto capita che proviamo dolore, ma possiamo imparare a metterlo sulla traccia 2, e quindi a proseguire con la nostra vita, esplorando altre possibilità.