A cura della Redazione Spettacoli

Tra i cult generazionali dobbiamo annoverare necessariamente Il tempo delle mele, commedia di non eccelsa qualità, diretta da Claude Pinoteau, che però in pochissimo tempo è diventato un punto di riferimento per una generazione. Il motivo è presto spiegato: la storia di un’adolescente come tanti, la tredicenne Vic, che sboccia e si innamora di un suo compagno di scuola.
Aggiungiamo il confronto con due genitori “ingombranti”, vignettista lei, dentista fedifrago lui, che scongiurano la separazione, le amicizie e il rapporto con la simpaticissima nonna, un’arzilla signora che la sa lunga sulla vita e che diventa per Vic una sorta di stella polare.
In più, e non è un dettaglio secondario, la bellezza e la freschezza dell’esordiente Sophie Marceau hanno fatto il resto.
Quasi soverchiata dal ruolo che l’ha portata al successo, la Marceau si è saputa svincolare dall’immagine di eterna ragazzina, diventando sceneggiatrice e regista. In verità quando la si vede ancora oggi, e l’ultima uscita a Cannes 2015 dove ha partecipato in veste di giurata lo ha dimostrato, nei suoi occhi ‘è sempre quell’adolescente in crisi che balla un lento, stretta al suo amore, nel mezzo di una pista da ballo in cui tutti si scatenano a tempo di rock.